Un viaggio senza fine

4 Giugno 2015 ore 4.55 del mattino. La sveglia non suona, Ale si sveglia allarmato e chiede "Amorino, a che ora arriva il taxi?". Assonnata prendo il cellulare, guardo l'ora e dico "5 minuti fa". Il silenzio assale la stanza per un secondo, poi, come due molle saltiamo dal letto ed iniziamo a correre, vestirci, lavarci e un momento... Il Taxi? "Ale, una macchina, la macchina si sta allontanando. Corri a fermare il Taxi!!!". Ale fa un mega salto, apre la porta, scende le scale e corre veloce verso il tassista urlando "Waiiiit!!! We are here!!! It's us". Grazie al cielo il tassinaro si ferma.



È così che è iniziata la nostra avventura o vacanza. Dipende dai punti di vista!

Il viaggio è stato lungo ma divertente. Una volta atterrati a Pisa ho avuto una stretta forte al cuore, ma non perchè la prima città che vedevo dopo due anni e mezzo era Pisa. Nonostante tutto è una città bella e a cui sono affezionata. La stretta al cuore era più paura. Ho iniziato a farmi un sacco di domande. Chi ci sarà all'aeroporto? Ce l'avrà fatta mamma a venire? Papà e Mabe saranno gia arrivati? Mi riconosceranno? Li riconoscerò? Piangerò? Uff quante domande e l'attesa non faceva che aumentare la lunga lista. Era odioso. Ale era molto tranquillo. Io ero ansiosa e ricordo che camminavo lentamente verso l'uscita. Cavolo non arrivavo più.
Ad un tratto la porta si apre e una folla immensa mi stava davanti. Ho iniziato a guardarmi intorno e alla fine li ho visti, papà e Mabe erano li che ci aspettavano. Gli abbracci e i sorrisi sono durati un eternità. Continuavamo a guardarci e a sorridere. Era come se stessimo controllando silenziosamente che tutto fosse ok, che nulla fosse cambiato ma ad un tratto " Valentina, sei... cambiata". Queste sono state le parole di mio papà. Continuava a guardarmi e a sorridere e poi mi ha abbracciata di nuovo.
Non so cosa volesse dire con "sei cambiata". Sono ingrassata? Sono invecchiata? Cosa è cambiato? Ancora non me ne rendevo conto, ma la verità è che aveva ragione. Io sono cambiata.



Una volta arrivata a casa di mia madre ne ho avuto la conferma. Una volta aperta la porta mia madre mi abbraccia forte e inizia a piangere come una bambina, "Mi sei mancata così tanto!!! Non lo fare più, non stare più così lontana da me. Guardati, sei così cambiata". Io abbraccio mamma forte, poi porto le valige in casa, saluto papà e Mabe e chiudo la porta. Era la prima volta che mettevo piede in quella casa. Era piccola ma carina ed accogliente. La vecchia casa ormai è la casa di qualcun altro. Non avrei più visto le colline dalla mia finestra. Adesso, tutto è cambiato. La vecchia casa non mi appartiene più, così come la vita che facevo prima. Adesso sono diversa. Sono Valentina, la ragazza di Marlia che un giorno ha fatto le valige ed è partita per l'Australia in cerca di un futuro sicuro.

 

Appena arrivata a Pisa papà ci ha portati a pranzo fuori. Erano 2 anni e mezzo che non mangiavo così divinamente bene. A cena poi mamma ha preparato i suoi tordelli e la tagliata con la rucola. Il dolce era fantastico. La treccia ripiena di crema e panna. Un vera bontà!!! Ale era estasiato e pure io lo ero. Ero felice. Ero a casa, in Italia e potevo abbracciare papà, mamma, Maurizio e i miei amici. Quella sera infatti Simona e Daniele sono venuti a cena a casa. Io non lo sapevo. Mamma mi ha fatto una sorpresa. È stato troppo bello abbracciare Simona dopo due anni e mezzo. Io non ho tanti amici degni di quel nome, ma Simo, lei è una di quelle persone. Noi ci vogliamo bene, ci capiamo e ci conosciamo come nessuno. Non ci siamo mai perse di vista in questi anni e adesso stavamo per rendere la nostra amicizia ancora più forte. Io ero la sua testimone di nozze. Ero così emozionata all'idea!!! Tredici lunghi anni di amicizia. Siamo cresciute insieme, Ci siamo supportate a vicenda e adesso, una di fronte all'altra,  ci siamo guardate, ci siamo abbracciate e "Simo sei diventata grande!". Simona sorride e mi dice "Come sono grande? Sono vecchia?". Io la guardo, sorrido e l'abbraccio di nuovo. Come me, aveva avuto lo stesso pensiero. Tutte e due davanti a quell'osservazione ci siamo toccate la guancia in cerca di rughe o segni evidenti e abbiamo pensato al tempo che passa. Alla fine di tempo ne è passato. Ne sono cambiate di cose in questi due anni. Tutte e due siamo cresciute, siamo indipendenti e abbiamo lasciato il nido. Siamo andate aventi, perchè è questo che fanno gli adulti. Si alzano in piedi, si rimboccano le maniche e vanno avanti.

                                                   



Di strada ne ho fatta tanta in due anni e mezzo. Ho imparato a fare praticamente tutto da sola, in un mondo nuovo, dove le regole sono altre, le leggi sono diverse e la cultura non ha niente a che fare con la mia. Parlo inglese quotidianamente, tanto che ormai neanche mi rendo conto se la lingua che parlo è la mia o la loro. Una volta entrata nel negozio della WIND per fare la nuova scheda telefonica non sapevo che lingua parlare. Nel dubbio ho scelto l'inglese, alla fine è una lingua FRANCA. Ho continuato a parlare in inglese sui treni e in giro per la Toscana. Era fantastico vedere come le persone credessero che fossi una vera straniera. Ero davvero cambiata. Riuscivo a camuffarmi in casa mia. Gli stessi Toscani non sentivano il mio accento e a volte i miei colleghi ammettono che il mio accento è sempre più debole. Io sto davvero cambiando. La mia vecchia me sta evanescendo.
Camminavo per la città, osservavo le persone, parlavo con gli amici ed era come rivivere quel sogno dove tutti camminavano e andavano avanti con la loro vita ignari della mia presenza. Viviamo nei due lati opposti di uno specchio. Ci riflettiamo ma non vediamo le sfumature, non scorgiamo le differenze fino a che uno di noi non si avvicina abbastanza da notare che non ci assomigliamo più, che siamo cambiati.
 


Lucca è il solito Chicchino, bella e perfetta come sempre, Ma anche in città qualcosa era cambiato. I sorrisi di molte persone erano svaniti. La gente non scherzava più. Sorridevo a chiunque incrociava il mio sguardo ma non sempre ne ricevevo uno indietro. Una mattina al supermercato mi sono messa a chiccherare del più e del meno con una vecchina adorabile. Mi ha raccontato del nipote che era partito per l'Inghilterra in cerca di lavoro e di un altro nipote più piccolo che come me viveva da un anno a "Marburne" (Melbourne) dove lavorava ed era felice. "Perchè fate bene ad andare via. Non c'è futuro ora. Adesso è giusto così. Ma vedrai che tra dieci, quindici anni tutto migliorerà. Vedrai tesoro, non disperare. Via vado a preparare il pranzo che alle due arriva il mi marito dall'orto e ha fame.Te sii forte e vedrai che tutto andrä bene". La guardavo andare via con le sue borsine e il sorriso dolce sulle labbra. Non sapevo se essere triste o felice. Poi ho optato per la felicità. Alla fine la scelta che ho fatto è dura e richiede coraggio. Non è stato per puro egoismo che l'ho fatta, ne per cattiveria o per dispetto. L'ho fatto perchè ero stanca, stanca di sentirmi dire "Tanto è così, che ci vuoi fare?" "Valentina, te non sei nata in una famiglia ricca, non abbiamo le conoscenze per farti avere un bel futuro qua.", "Valentina, questo mondo fa schifo, e allora? Cosa ci possiamo fare?". Insomma, non avevo scelta... o meglio.. non potevo scegliere di restare, "Poi dove? nella melma? No grazie. Ci metto un punto e 14000 km di distanza e ricomincio da zero".


L'Australia è bella e la natura è indescrivibilmente stupenda, ma non è come l'Italia. Oh, lei si che è bella. L'italia è unica, è storia, è vita, è amore e ogni santo giorno io ringrazio di essere nata Italiana e soprattutto Toscana. La campagna, le montagne, il mare, il sole e tutti i colori che mi hanno circondata fin da piccola, Sono stata cullata da loro, hanno protetto i miei segreti ed i miei sogni. La prima volta che ho sognato di partire avevo 4 o 5 anni. Ero piccola. Da allora ho sognato la mia vita in ogni angolo del mondo. Viaggiare è stato il mio sogno segreto da sempre. Marlia è tanto carina, ma, tanto piccola, troppo piccola e a stento teneva il peso della mia valigia la quale ogni giorno diventava sempre più pesa, talmente pesa che neache cittä come Pisa o Bologna sono state in grado di sorreggere... A volte mi chiedo se l'Australia sarà in grado di sopportare il grande peso del mio bagaglio. A volte credo di essere un'anima persa nell'oblio del tutto, una viandante romantica in cerca dell'infinito. Che poi, cos'è l'infinito? Chissà.















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