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Un viaggio senza fine 2

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Tornare a casa per me è stato liberatorio. Non riuscivo più ad immaginare gli abbracci ed i sorrisi delle persone a cui voglio bene. Immaginare Via Fillungo, Piazza Grande, Marlia, Torre del Lago o Viareggio non mi bastava più. Impazzivo all'idea che tutto fosse così vicino nella mia testa ma così lontano allo stesso tempo. Ogni volta che aprivo gli occhi avevo voglia di prendere a cazzotti l'aria. Quanta impotenza. Una volta arrivata a casa era finalmente tutto svanito, ma devo essere onesta. La prima settimana non è stata come me la ero immaginata. A parte i momenti in cui ero in giro per i vari uffici a rifare patente, documento di identità, tessera sanitaria, eccetera eccetera (mi hanno rubato il portafogli in Australia. Eh si, anche a Perth ci sono i ladri), il resto del tempo lo ho passato da sola. Mamma lavorava e quando non lavorava era in misericordia, papà doveva lavorare, i miei amici lavoravano o avevano i loro impegni. Insomma, mi sono trovata in un mondo nel qual

Un viaggio senza fine

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4 Giugno 2015 ore 4.55 del mattino. La sveglia non suona, Ale si sveglia allarmato e chiede "Amorino, a che ora arriva il taxi?". Assonnata prendo il cellulare, guardo l'ora e dico "5 minuti fa". Il silenzio assale la stanza per un secondo, poi, come due molle saltiamo dal letto ed iniziamo a correre, vestirci, lavarci e un momento... Il Taxi? "Ale, una macchina, la macchina si sta allontanando. Corri a fermare il Taxi!!!". Ale fa un mega salto, apre la porta, scende le scale e corre veloce verso il tassista urlando "Waiiiit!!! We are here!!! It's us". Grazie al cielo il tassinaro si ferma. È così che è iniziata la nostra avventura o vacanza. Dipende dai punti di vista! Il viaggio è stato lungo ma divertente. Una volta atterrati a Pisa ho avuto una stretta forte al cuore, ma non perchè la prima città che vedevo dopo due anni e mezzo era Pisa. Nonostante tutto è una città bella e a cui sono affezionata. La stretta al cuore era più

A letter to Myself

Cara Valentina, Oggi sono io a scrivere a te. Non importa se non ti fai sentire spesso. So che devi lavorare, quindi te lo dico col cuore in mano "Non sentirti in colpa". Qualche mese fa mi hai detto che hai trovato un nuovo lavoro e se ho capito bene questo è il "tuo" lavoro, insegni inglese agli studenti stranieri.     Non sai quanto sono fiera di te. Sembra ieri che sei partita dalla tua stanza in via Lombarda. Già, come dimenticare quel momento. Eri lì, sorridevi e parlavi del più e del meno con papà. Ricordo che stavate pesando la valigia quando ad un tratto mamma è entrata in lacrime, lacrime amare di una madre che non voleva vederti partire. Ci sono stati tanti screzi, litigate folli e troppi silenzi tra di voi ma quel giorno la mamma non ha potuto non piangere, abbracciarti forte forte tra le sue braccia e scappare via per evitare di pensare che il fatidico giorno era arrivato. Fu allora che mi accorsi che anche papà stava piangendo. Io non lo avevo mai

A midsummer night's dream!!!

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Stanotte Ho sognato che camminavo per Le strade di lucca. Ho sognato via Fillungo e ho visto la pizzeria Sbragia così sono entrata. Sentivo il profumo della pizza ma non il sapore perchè non potevo mangiarla. Allora sono uscita. Sorridevo e camminavo. Andando avanti Ho riconosciuto un paio di persone, le Ho salutate ma loro non hanno potuto ricambiare.. Non mi hanno vista. Andando avanti sono fin ita in piazza Grande. Bella come la prima volta che l'ho vista. Mi sono seduta su una panchina e mi sono messa ad ascoltare I rumori calmi della mia città. I ragazzi appena usciti da scuola ridono e parlano di cose buffe accadute in classe, Mario Sorride a tutti e saluta con un bacino sulla guancia le ragazze. Anche a me ha dato il bacino... tanto tempo fa. Quando c'ero. Oggi mi si è seduto accanto. Mi fissava e mi rideva. (Rideva davvero a me?) Ricambio il sorriso e dico "Sodo? Che ridi?". Ma lui non mi risponde. Continua a ridere e a guardarmi. Provo a girarmi diet

Un viaggio nel viaggio - PART 2

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Dov'eravamo rimasti? Ah giusto, il 21 Luglio 2014. Il mio viaggio nel grande viaggio o forse dovrei dire il grande viaggio nel viaggio.. Mmmm, ancora non l'ho capito. Anyway, erano mesi che piangevo e mi lamentavo. Stavo lavorando, avevo la mia routine di tutti i giorni e avevo più o meno dei piani ("Pianini"), però non ero felice. La mattina mi svegliavo stanca, la sera non sarei mai andata a dormire. Mangiavo troppo. Non socializzavo, non lo so. Qualcosa mancava. Cosa? Uno scopo. Un goal (obiettivo). Lo avevo perso. Io avevo un OBIETTIVO e me l'ero perso per la strada. Era il 10 Giugno quando ho chiamato Alessandro in lacrime dopo il lavoro e gli ho detto "Amorino, ma che cavolo sto facendo io qua? Questo lavoro è stato una manna dal cielo, ma io non sono questo. Io posso fare di più. Io devo fare di più, altrimenti muoio prima del tempo!!!". Ale poverino non sapeva cosa dirmi di preciso, soprattutto perchè le mie parole e la mia