Un viaggio senza fine 2

Tornare a casa per me è stato liberatorio. Non riuscivo più ad immaginare gli abbracci ed i sorrisi delle persone a cui voglio bene. Immaginare Via Fillungo, Piazza Grande, Marlia, Torre del Lago o Viareggio non mi bastava più. Impazzivo all'idea che tutto fosse così vicino nella mia testa ma così lontano allo stesso tempo. Ogni volta che aprivo gli occhi avevo voglia di prendere a cazzotti l'aria. Quanta impotenza.
Una volta arrivata a casa era finalmente tutto svanito, ma devo essere onesta. La prima settimana non è stata come me la ero immaginata. A parte i momenti in cui ero in giro per i vari uffici a rifare patente, documento di identità, tessera sanitaria, eccetera eccetera (mi hanno rubato il portafogli in Australia. Eh si, anche a Perth ci sono i ladri), il resto del tempo lo ho passato da sola. Mamma lavorava e quando non lavorava era in misericordia, papà doveva lavorare, i miei amici lavoravano o avevano i loro impegni. Insomma, mi sono trovata in un mondo nel quale stavo stretta. Era come se nella routine quotidiana non ci fosse posto per me. Era abbastanza penoso.
Ma grazie al cielo poi Mauro è arrivato a Pisa. È stato un tuffo nel passato. Tutto ad un tratto camminavamo di nuovo l'uno fiaco all'altra ed era come non fossi mai partita. Eravamo sempre noi e insieme abbiamo ripercorso i passi della nostra storia.
Prima tappa? La facoltà di lingue e letterature straniere.

                        
Io ero una studentessa modello per modo di dire. Ero una bambina piccola che si nascondeva sotto le spoglie di una nerd che altro non faceva che studiare e studiare le dispense del Bardini.
"Ehy, ti va di giocare a carte? ci manca il quarto" mi disse con la faccia da spocchia. Lo guardo bene e ad un tratto mi ricordo di lui. Era il ragazzo che frequentava le lezioni della Rizzardi, quello che arrivava sempre tardi e nonostante tutto trovava sempre un posto a sedere nell'aula 3 di Curini. Un'aula talmente piccola che non teneva tutti gli studenti. La Rizzardi era una sorta di mito della letteratura inglese e il fatto che Mauro arrivasse sempre in ritardo, non so perchè, mi infastidiva. Quel giorno, in Aula 1 di via Santa Maria, Mauro mi rivolse la parola e il fastidio nel tempo diventò sincera e profonda amicizia. Quante cose sapeva e quanto era intelligente. Noi ci siamo capiti da subito; alla fine eravamo uguali. Studiosi, curiosi, lettori (lui più di me), amanti dei viaggi e soprattutto nevrotici e fissati con l'ordine delle cose. Noi siamo l'emblema dell'amicizia. Potrei girare il mondo intero ma in nessun angolo del mondo potrò mai trovare un amico come lui. Dire amico poi è riduttivo. Spesso era più un angelo. Me lo ricordo presente in ogni momento bello e brutto della mia vita, Era li per la separazione dei mie, per il mio cuore infranto, era li quando dovevo dare gli esami, scrivere la tesi, partire per Bologna, vincere le mie mille paure e insicurezze, ci siamo laureati lo stesso giorno (casualità? non credo!). Abbiamo iniziato il viaggio universitario insieme e lo abbiamo concluso insieme!!! Questo io lo chiamo destino!!!

Comunque, ancora non riesco a credere che mi abbia convinto ad andare di nuovo sulla Torre di Pisa!!!


Quando ci siamo visti alla stazione di Pisa  era come se il tempo si fosse fermato. Eravamo cambiati ma eravamo sempre noi. "Oh io te lo dico! Non iniziare a lamentarti per il caldo è!". Già sapeva che stavo proprio per dire "Io bono!!! Mi bollono i piedi!!!".
Quella è stata una bellissima settimana. Abbiamo fatto la nostra zingarata per la Toscana come pianificato e ci siamo divertiti come dei pazzi!!!
Il mercoledì è arrivata Sarina e con lei siamo andati all'Isola d'Elba. Durante quel viaggio ho capito quanto amo casa mia, la mia terra e quanto muoia dalla voglia di tornare, Non c'è da vergognarsi a dirlo. Io voglio tornare a casa, solo che non posso tornarci ora, non così senza un piano.

La presenza di Sara e Mauro mi ha fatto capire quanto fossi fortunata. Io negli anni ho avuto a che fare con persone meravigliose. Viaggiare e spostarmi mi ha dato questa grandissima possibilità. Sara è come me e Mauro. Anche lei è ambiziosa, curiosa, intelligente ed una grande lettrice. Parlare con loro non è mai noioso e ridiamo un sacco. In una settimana hanno scacciato via la noia accumulata, la sensazione di solitudine e hanno acceso una fiamma. In tre abbiamo dato luce ad un progetto, un piano. Adesso so che presto potrò fare qualcosa di grande a casa. Devo anzi dobbiamo solo avere pazienza.


Come tutte le cose belle anche quella settimana è volata via. Prima è partita Sara. Il venerdì alle 6 di sera io e Mauro l'abbiamo accompagnata a Pisa a prendere l'autobus. È incredibile il mega viaggio che ha fatto per vedermi 3 giorni. Il tempo passato insieme non ha avuto prezzo. A Bologna non ho solo trovato l'amore ma anche l'amicizia. Siamo state coinquiline e poi siamo diventate amiche. Quello che la vita mi ha regalato negli anni è indescrivibile e sono felice di aver condiviso parte di quella vita anche con lei. Mi dispiace che la vacanza sia durata così poco e che non abbiamo fatto in tempo ad andare tutti e tre a Viareggio a mangiare il fritto di mare della Barchina.
Erano 5 anni che io e Mauro pianificavamo una merenda a Viareggio e non eravamo mai riusciti ad andare, così abbiamo colto l'attimo, ho guidato fino al molo, ho parcheggiato la XSara Break e finalmente abbiamo mangiato il fritto di paranza e le patatine fritte seduti sul muretto davanti a Tito del Molo. Che risate!!! Se penso a tutte le volte che sono passata davanti a quella barca senza mai una volta femarmi a fare merenda. Chissà come funziona? A volte mi chiedo quale sia la ragione per cui diamo per scontato posti, cose, persone o animali. Crediamo che ci sia tempo per fare tutto ciò che vogliamo. Rimandiamo a domani di continuo. Non ci fermiamo mai a pensare che domani potrebbe essere tardi. Ecco, io sono cambiata. Non do più nulla per scontato.Non aspetto più e soprattutto non spreco il mio tempo. Abbandono la zavorra pesante, la negatività, il vivere aggrappati al passato. Abbandono la futilità e le persone che non migliorano ma peggiorano la mia vita e prendo al volo le occasioni positive, quelle che fanno crescere, che forgiano il carattere. Io sono rinata dal mio viaggio e sono sbocciata come i fiori a primavera. Io ho fatto tutto questo senza accorgermene, piano piano nel tempo e sono arrivata vestita di una nuova me senza saperlo. Sono stati gli altri a farmelo notare, le persone che mi amano, che mi seguono, che mi scrivono ogni giorno.. le persone che tengono a me e che in un modo o nell'altro io considero la mia famiglia.



Vedere il treno di Mauro allontanarsi è stato difficile. La prima volta che ci siamo salutati non ci sono state lacrime, solo un semplice abbraccio ed un "Ci vediamo presto!". Questa volta, è stato più intenso. Sapevamo entrambi che "presto" non sarebbe stato tale. Non sapevo e non so quando potrò tornare a casa e l'incertezza tortura l'animo di chi starebbe sempre su un treno in cerca di nuove mete da scoprire. Il cambiamento è un processo lungo e spesso doloroso. Il mio è iniziato quando avevo 5 anni e non è ancora terminato. Non posso predire dove mi porterà o chi sarò e se mai mi fermerò. So solo che adoro chi sono e amo la persona che sono quando sono circondata da coloro a cui tengo e che mi vogliono bene. Tutto il resto non conta.



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