A letter to Myself

Cara Valentina,

Oggi sono io a scrivere a te. Non importa se non ti fai sentire spesso. So che devi lavorare, quindi te lo dico col cuore in mano "Non sentirti in colpa".

Qualche mese fa mi hai detto che hai trovato un nuovo lavoro e se ho capito bene questo è il "tuo" lavoro, insegni inglese agli studenti stranieri.
    Non sai quanto sono fiera di te. Sembra ieri che sei partita dalla tua stanza in via Lombarda. Già, come dimenticare quel momento. Eri lì, sorridevi e parlavi del più e del meno con papà. Ricordo che stavate pesando la valigia quando ad un tratto mamma è entrata in lacrime, lacrime amare di una madre che non voleva vederti partire. Ci sono stati tanti screzi, litigate folli e troppi silenzi tra di voi ma quel giorno la mamma non ha potuto non piangere, abbracciarti forte forte tra le sue braccia e scappare via per evitare di pensare che il fatidico giorno era arrivato. Fu allora che mi accorsi che anche papà stava piangendo. Io non lo avevo mai visto piangere prima di quel momento. Lui è sempre stato forte, sorridente, ironico, simpatico; soprattutto quando le cose andavano male lui era la spinta della famiglia, la colonna portante, un sostegno che è mancato troppo spesso negli ultimi dieci anni e la sua assenza ci ha insegnato a cavarcela anche da sole.
    Poi abbiamo chiuso la valigia e piano piano abbiamo sceso tutti e trentadue gli scalini. Ad ogni pianerottolo un sospiro. Mi mancava il fiato pensando che avresti lasciato quella casa dove avevi vissuto per ventiquattro anni. Ci sono stati momenti belli, felici e unici e momenti che tutt'oggi vorrei poter dimenticare. Quella casa alla fine sapeva di stanco e consumato proprio come te. Era arrivato il momento di lasciare il passato tra quelle mura, di salire in macchina e di andare verso una nuova casa. Qualunque essa fosse.
   Io ricordo ancora il sapore delle lacrime. Erano salate ma piacevoli. Quello che non riuscivo a capire era il perchè di tutta quella tristezza. In fondo stavo solo partendo per l'Australia. Non ero ne la prima ne l'ultima. Eppure quel viaggio verso la stazione di Firenze è durato un'eternità.
   Quando il treno ha aperto il portellone sono sgorgate le lacrime. Io, Simona e papä piangevamo così tanto. Era come se le nostre anime si fossero legate nell'acqua salata. In quel momento ho capito che tu eri amata. Nonostante tutto tu non eri estranea all'affetto dei cari.
   Devo essere sincera, io non ero sicura che saresti partita dopo quella rivelazione ma ce l'hai fatta e questo ti ha reso ancora più forte. In fondo sapevi che partire non significava perdere ma guadagnare.
Come non essere fieri di tanta forza. Tu sei stata brava.
   Sto guardando il tuo album di foto, due anni di vita immortalata in migliaia di foto scattate tra Perth, Margaret River, Pemberton, Bali, Perth, Bali, Perth, Brisbane ed ancora Perth. Non sai quanto invidio i tuoi occhi. Si, gli occhi, hai capito bene. Loro hanno visto così tanta bellezza, hanno girato con te e hanno impresso in te il ricordo dell'inizio di una nuova vita. Tu sei unica per questo. Siamo tutti unici, tutti ci distinguiamo per qualcosa e i tuoi ricordi sono ciò che ti rendono unica.
   Hai fatto tanti lavori, sei stata una cameriera in tre bar/ristoranti diversi e hai dovuto tenere ritmi pazzeschi, hai sopportato situazioni poco piacevoli e sei andata avanti per la tua strada. Non sono mancati atti di razzismo, persone che odiavano la straniera che arrivava e prendeva il posto di un australiano. E non sono mancate le persone che per questo ti hanno messo i bastoni tra le ruote e hanno rallentato il tuo processo di crescita, ma tu sei andata avanti e a testa alta hai fatto rispettare i tuoi diritti.
   Per non parlare dei soldi. Quelli si che sono stati un incubo per più di due anni (se ci fermiamo a pensare solo all'Australia). Ti sei venduta di tutto prima di partire per raggiungere circa 4000 euro e in un mese e mezzo quei soldi sono volati via tra spese di casa, mezzi pubblici, tasse e spese legate al visto. La vita è davvero costosa. Hai fatto tre lavori diversi per più di sei mesi. Se riuscivi a riposarti mezza giornata la domenica era un miracolo.
So che hai pianto un sacco. Mi dispiace per le tue lascrime e sono quasi sicura che quelle non erano salate. Quelle lacrime appartenevano alla frustrazione, alla rabbia e all'angoscia. Non dormivi bene perchè le spese erano troppe e non riuscivi a far fronte ad esse. Per forza!!! Come facevi? Non lavoravi abbastanza dove guadagnavi bene e non guadagnavi uno stipendio adeguato nel negozio in cui hai lavorato per quasi un anno. Tutto quello che hai guadagnato è sempre bastato per coprire le spese e non hai potuto mettere da parte nulla. Cavolo, ma come fai a sopportare tutto questo? Io sarei morta di attacco di cuore con tutta quell'ansia sulle spalle.Però immagino che mi diresti che ne è valsa la pena. Si, sei stata male e non hai sistemato proprio tutto però a Giugno hai iniziato ad insegnare italiano nelle scuole e ti è piaciuto. I bambini ti volevano un sacco di bene e si divertivano con te. Ti hanno scritto molte letterine e hanno imparato tanto. Inoltre hai passato ogni momento libero a correggere i compitini e a preparare il materiale per le lezioni. Ma ci pensi? Ti sei creata il materiale, hai organizzato il piano di studio, hai inventato giochi ed il tutto per bambini di diverse scuole e classi. Te ne vuoi rendere conto???
E adesso ti scusi perchè non mi hai più scritto? Ma chi se ne frega. Io sono fiera della mia maestrina delle elementari che è passata di grado e si è fatta assumere in una scuola per stranieri. Tu fai finalmete il tuo lavoro, quello per cui hai studiato e vieni pagata per farlo. Hai le ferie pagate, hai i contributi e se sei malata ti pagano comunque.
   Qualche tempo fa mi hai detto che ti piace lavorare al WAIFS. Mi hai detto anche che al mattino ti svegli felice, che adori indossare i tacchi e i vestiti eleganti. Puoi truccarti, farti le acconciature che vuoi, vestire alla moda (nei limiti del possibile, sei pur sempre in Australia) e utilizzare le borse da insegnante. Sei dimagrita!!! Io sono troppo orgogliosa.
   Già ti immagino tra biblioteche, librerie e casa in cerca di materiale utile per le lezioni. Ti vedo seduta per ore davanti al computer o col tuo quaderno, perchè nonostante tutto tu sei una ragazza romantica. Tu ami scrivere con la tua penna blu, certe cose non cambiano neanche dall'altra parte del mondo. Hai sempre scritto diari, poesie, poemi e storie, scrivi pensieri e appunti sui libri, hai scritto tanto a scuola e all'università e continui a farlo. I tuoi studenti non potrebbero essere più fortunati. Impareranno a scrivere da te, da una persona che adora la scrittura, che ha passione e tanto da dare. Io invidio il tuo modo di fare, invidio la tua tenacia e la tua forza. Sei forte Valentina. Sei quello che vorrei essere e che non sono mai riuscita ad esprimere a parole. Sai rialzarti e darti forza. Io ti ammiro e se un giorno dovessi rinascere, quel giorno vorrei essere te.

Con affetto,

Valentina.












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