A letter to Myself
Cara Valentina, Oggi sono io a scrivere a te. Non importa se non ti fai sentire spesso. So che devi lavorare, quindi te lo dico col cuore in mano "Non sentirti in colpa". Qualche mese fa mi hai detto che hai trovato un nuovo lavoro e se ho capito bene questo è il "tuo" lavoro, insegni inglese agli studenti stranieri. Non sai quanto sono fiera di te. Sembra ieri che sei partita dalla tua stanza in via Lombarda. Già, come dimenticare quel momento. Eri lì, sorridevi e parlavi del più e del meno con papà. Ricordo che stavate pesando la valigia quando ad un tratto mamma è entrata in lacrime, lacrime amare di una madre che non voleva vederti partire. Ci sono stati tanti screzi, litigate folli e troppi silenzi tra di voi ma quel giorno la mamma non ha potuto non piangere, abbracciarti forte forte tra le sue braccia e scappare via per evitare di pensare che il fatidico giorno era arrivato. Fu allora che mi accorsi che anche papà stava piangendo. Io non lo avevo mai